“Mattia, devo fare anch’io un CV con le storie di Instagram per trovare lavoro?”. Questa domanda, postami di recente da un cliente preoccupato dopo aver letto una notizia “sensazionale”, è la perfetta sintesi di un dubbio moderno. Vediamo un caso di successo e subito ci chiediamo se dobbiamo imitarlo per non restare indietro.
La risposta breve è: no. La risposta strategica è: capiamo perché ha funzionato per lei e cosa possiamo imparare noi.
Trovare lavoro tramite i social network non è una novità, ma una tattica che, se usata bene, può dare grandi risultati. Analizziamo insieme il caso della ragazza di 20 anni che ha ottenuto cinque colloqui con un CV su Instagram (ammesso che sia vero) non per copiarla, ma per rubare i principi strategici dietro al suo successo.
Il caso studio: il CV virale su Instagram stories
Una studentessa francese di 20 anni, in cerca di uno stage nel settore della comunicazione, decide di non inviare il suo CV via email. Lo trasforma in una serie di Instagram Stories creative, taggando le aziende a cui aspira. La notizia, riportata anche da Radio Deejay, diventa virale: la mossa le frutta cinque colloqui di lavoro. Un successo innegabile. Ma è davvero tutto così semplice?
L’analisi: perché questa strategia ha funzionato (per lei)?
Il successo di questa iniziativa non è dovuto alla fortuna, ma a una perfetta concatenazione di fattori. Analizziamoli, perché è qui che si nascondono le vere lezioni.
- 1. Coerenza tra mezzo e messaggio: Cercava lavoro nel mondo della comunicazione e del marketing digitale. Quale modo migliore per dimostrare le sue competenze se non usando magistralmente lo strumento che si proponeva di gestire per un’azienda? Non ha solo detto di saper usare i social, lo ha dimostrato.
- 2. Dimostrazione pratica delle competenze: Il suo CV-story non era solo un elenco di skill, ma la prova vivente della sua creatività, della sua capacità di storytelling e della sua comprensione delle dinamiche della piattaforma. Era un portfolio e un curriculum in un colpo solo.
- 3. Target e contesto culturale appropriati: Era una studentessa di 20 anni, in Francia (un mercato culturalmente più aperto a queste iniziative), in cerca di uno stage in un settore creativo. La stessa mossa, fatta da un manager di 50 anni per una posizione da direttore finanziario in Italia, sarebbe stata probabilmente un disastro.
- 4. Solida preparazione di base: Prima di lanciare le stories, aveva preparato un CV tradizionale per analizzare e strutturare il suo percorso. La creatività non ha sostituito la strategia, ma l’ha amplificata.
- 5. Mix di fortuna e tempismo: Se ha ricevuto gli inviti a colloquio, non è solo il canale usato ma anche la presenza di competenze solide: senza di esse, sarebbe stata ignorata. Resta comunque il “fattore C”: l’utilizzo di Instagram può essere stato un modo per distinguersi ma è anche un modo per sparare alla cieca e vedere se si prende qualcosa”. Inoltre, bisognerebbe fare un’analisi del suo profilo instagram per capire se avesse già una massa di follower tali da far diventare virale i suoi contenuti. “Caso strano”, facendo una ricerca diretta, oggi c’è un solo profilo con quel nome, 1 post condiviso, 51 follower, 480 seguiti. Se è lei, è davvero un po’ poco, tanto da generare diversi dubbi.
Le 3 lezioni strategiche per te (al di là di Instagram)
Cosa possiamo portarci a casa da questa storia, che sia applicabile a tutti?
1. La creatività è un acceleratore, non il motore
Un metodo creativo può farti notare, ma non ti salverà se alla base non c’è un profilo solido. Un mio cliente, Carmine, ha ottenuto ben 12 colloqui per posizioni lavorative vere (non stage) semplicemente con un CV tradizionale scritto in modo strategico. Il suo curriculum ha mantenuto la promessa di attirare l’attenzione. La creatività è un bonus, ma la sostanza del tuo profilo professionale rimane il motore principale che ti porta ai colloqui.
2. Il personal branding batte l’improvvisazione
Azioni come quella del CV su Instagram funzionano solo se sono coerenti con chi sei e con il tuo brand personale. Se sei un manager noto per la tua serietà e il tuo rigore analitico, un video divertente con l’effetto Boomerang non ti renderà più moderno, ma solo meno credibile. La differenziazione deve essere autentica. Chiediti: “Qual è un modo mio, unico e genuino, per presentarmi?”.
Certamente, avere un controllo sulla tua visibilità e creare degli strumenti di attrazione del lavoro, come blog, profili social e contenuti professionali può essere un valido “di più” per supportare il tuo personal branding, la tua reputazione ed un complemento alla tua attività di ricerca di lavoro, ma potrebbe non essere lo strumento principale per te per trovare lavoro.
3. Il contesto è il re
Questa è la lezione più importante. La tattica giusta nel contesto sbagliato è un fallimento garantito. Prima di tentare un approccio non convenzionale, analizza tre fattori:
- Il tuo settore: È creativo e innovativo o tradizionale e formale?
- La tua seniority: Sei un neolaureato a cui si perdona l’esuberanza o un dirigente da cui ci si aspetta sobrietà?
- La cultura aziendale: L’azienda a cui ti rivolgi apprezza l’originalità o la considera una mancanza di professionalità?
4. Facendo lo stesso, otterresti gli stessi risultati?
La risposta, quasi certamente, è no. Perché cambiano il contesto culturale delle aziende, l’età, gli algoritmi di Instagram (o di qualsiasi altro social)
- Il tuo settore: È creativo e innovativo o tradizionale e formale?
- La tua seniority: Sei un neolaureato a cui si perdona l’esuberanza o un dirigente da cui ci si aspetta sobrietà?
- La cultura aziendale: L’azienda a cui ti rivolgi apprezza l’originalità o la considera una mancanza di professionalità?
In conclusione, non copiare la tattica della ragazza francese, ma il suo processo mentale: ha analizzato chi era, cosa sapeva fare e a chi si stava rivolgendo, e ha trovato il modo più coerente ed efficace per unire questi tre punti. La tua mossa vincente potrebbe non essere una story su Instagram, ma un CV impeccabile, una lettera di presentazione memorabile o un intervento brillante a una conferenza di settore. Trova il tuo canale, non quello degli altri.
Domande Frequenti (FAQ)
- Quindi, dovrei evitare di usare metodi creativi per cercare lavoro? No, ma devi usarli con strategia e come complemento alla ricerca tradizionale. Un metodo creativo è efficace quando è allineato al tuo brand personale e al settore in cui operi. Per un content creator un video-CV può essere un’ottima idea; per un avvocato probabilmente no.
- Un buon CV tradizionale è ancora sufficiente per trovare lavoro? Assolutamente sì. Un curriculum ben scritto, mirato e strategico rimane lo strumento più potente ed efficace nella stragrande maggioranza dei casi. I metodi non convenzionali sono un’opzione aggiuntiva, non un sostituto.
- Come posso trovare il mio modo “unico” per presentarmi? Parti dalle tue qualità e dal tuo settore. Sei un grande comunicatore? Forse un video-CV è una buona idea. Sei un eccellente scrittore? Concentrati su una lettera di presentazione memorabile. Sei un esperto del tuo campo? Scrivi un articolo approfondito su LinkedIn. Sfrutta i tuoi punti di forza naturali.
